ANDREA BENETTI Mes évènements Andrea Benetti - Volti contro la violenza

Andrea Benetti - Volti contro la violenza
Du : mardi 14 novembre 2017
Au : mercredi 13 décembre 2017
Adresse : Palazzo D'Accursio, piazza Maggiore 6
Page web : http://www.andreabenetti.com

COMUNICATO STAMPA

TITOLO: Volti contro la violenza
AUTORE: Andrea Benetti
TIPOLOGIA: Mostra fotografica
DOVE: Palazzo D'Accursio, Sala Manica Lunga
INAUGURAZIONE: il 18 novembre alle ore 18:00
APERTURA DELLA MOSTRA: dal 14 novembre al 13 dicembre 2017
CONFERENZA STAMPA: 15 novembre ore 11:00 Sala Stampa Savonuzzi, alla presenza dell'Assessora Susanna Zaccaria, della prof. Silvia Grandi e di Andrea Benetti
CATALOGO: “Volti contro la violenza” di Andrea Benetti, edito da “qudulibri” N° ISBN 978-88-99007-25-6
PATROCINIO: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna


TENERE APERTI GLI OCCHI di Silvia Grandi

Il 25 novembre 1960 – data dell’assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, uccise su ordine del dittatore domenicano Rafael Trujillo – è diventato un appuntamento importante a livello mondiale, ovvero la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, sancita da una risoluzione dell’ONU nel 1999. Una data importante che molte donne ma anche molti uomini celebrano annualmente per non dimenticare non solo la forma estrema della morte, ma tante altre forme di violenza più sottile, da quelle fisiche di ogni tipo fino a quelle psicologiche e discriminanti, che quotidianamente si perpetuano ancora oggi nei confronti del genere femminile in ogni parte del mondo.
La violenza contro le donne è una violazione del loro diritto alla vita, alla sicurezza, alla felicità e alla libertà. È uno sfruttamento della debolezza di una donna a difendersi come conseguenza della sua incompetenza fisica o della sua dipendenza economica dagli uomini. Per le donne di alcune etnie tuttora è un promemoria amaro della rinuncia a un mondo egualitario basato sulla libertà, l'indipendenza e l'uguaglianza. Ma cambiare la mentalità non è facile, non bastano le risoluzioni, le leggi o le ricorrenze celebrative: occorre vigilare, stare attenti, tenere gli occhi aperti su una piaga sempre più vasta che dalle società extra occidentali oggigiorno dilaga anche nelle società occidentali, mietendo vittime tra tutti i ceti sociali e le fasce di età. Le bambine, le adolescenti, le donne e persino le anziane sono diventate vittime di azioni sempre più efferate e violente. Sono numerose, quindi, le iniziative internazionali di sensibilizzazione volte a non essere indifferenti a questo problema: dallo slogan “non chiudere gli occhi verso la violenza”, della prima campagna nazionale UNDP contro la violenza nella società in Bosnia-Erzegovina, a quello dei “falsi occhi neri” fatti col trucco proposti su Facebook dal Progetto turco Huni per fermare la violenza contro le donne, ai tanti altri in tutte le nazioni del mondo che usano gli occhi come emblema di questa necessità di attenzione e di voglia di guardare al futuro senza paura e con la speranza di un cambiamento.
Andrea Benetti per l’occasione di questa mostra ha usato lo stesso simbolo, gli occhi, per avvicinarsi a una tematica inconsueta per il suo percorso artistico: la pittura scarna e sintetica è sostituita da fotografie realisticamente documentative che senza nessuna mediazione digitale si aprono a fornirci uno spaccato di espressioni e situazioni femminili di ogni età e ci forniscono un panorama di sguardi volti, o per meglio dire rivolti, sulla realtà dell’essere donna oggi. Ingrandimenti invadenti e forse anche scomodi di tanti modi di guardare il mondo, di rivolgersi all’altro da sé con coerenza, con fierezza e talvolta con una punta di malcelata sfida nei confronti di un problema sempre più impellente cui occorre porre rimedio. I blow up di questi sguardi di donne anonime, ma non per questo meno presenti e consce della loro identità e potenza, fungono da moniti silenziosi invitando gli spettatori a tenere aperti gli occhi affinché si riesca a disinnescare la tendenza odiosa e spaventosa della violenza sul genere femminile.

Silvia Grandi
Dipartimento delle Arti
Università di Bologna